| A Salerno ha lasciato un ottimo ricordo, a Catanzaro le cose non sono andate benissimo ed andò via con tanti rimpianti e senza essere riuscito a lavorare come voleva. Da doppio ex della sfida di sabato prossimo, Gigi Cagni seguirà con interesse la partita dell’Arechi e, intervistato dal quotidiano “La Città”, racconta la sua esperienza in granata concentrando le proprie attenzioni sull’importanza del fattore casalingo: “All’epoca avevo un gruppo veramente forte, seppur molto giovane. Le caratteristiche dei calciatori e la loro bravura fecero la differenza: la squadra era votata all’attacco, c’era gente come Marco Rossi, Vannucchi, Di Michele, Guidoni e Giacomo Tedesco che quando era al massimo era incontenibile. Fuori casa a volte si soffriva, ma all’Arechi la nostra qualità emergeva alla grande, fortunatamente avevo anche una boa che apriva le difese”. Chiaro riferimento a Guidoni: “Esordì segnando contro il Napoli in casa, ricordo che battemmo anche il Genoa grazie ad un suo calcio di rigore. Era importante per noi perchè era bravo nel gioco aereo, non aveva paura di nulla, faceva salire la squadra nei momenti di difficoltà e permetteva ai giocatori di maggiore qualità di trovare gli spazi giusti per colpire”.
Ancora oggi tanti tifosi si chiedono il motivo del suo addio a fine stagione: “A Salerno lavorammo bene, ricordo ancora oggi la vittoria in rimonta contro il Vicenza che, a fine stagione, conquistò la serie A. Già contro la Fermana, qualche settimana prima, eravamo riusciti a rialzare la testa, in casa diventò tutto facile. Sono ancora convinto che se Aliberti non si fosse messo strane cose in testa, avrei sistemato la difesa per vincere il campionato l’anno successivo: di certo con me in panchina non avrebbe potuto vendere Rossi, Vannucchi e Di Michele”. Infine una battuta sull’attuale rendimento della Salernitana e su mister Menichini: “All’Arechi, con un pubblico così focoso, le squadre avversarie vengono a chiudersi e se non hai un attaccante bravo di testa puoi fare maggiore fatica, a volte le partite puoi sbloccarle soltanto da palla inattiva o con un tiro dalla distanza. Menichini? Allenatore esperto che sta lavorando in una piazza difficile, lo affrontai quando era a Brescia con Mazzone. Quando si perde, si parla subito di allenatore a rischio, poi in realtà la società non ci ha neanche mai pensato. Sabato affronterà il Catanzaro, l’esperienza calcistica più brutta. Posso solo dirvi che mi dimisi, la società mi fece fare una riunione con 4-5 tifosi che evidentemente avevano voce in capitolo: una situazione inaccettabile per me”.
Granatissimi
|