U.S. Salernitana 1919 - Una sola fede, un solo simbolo!

La storia della Salernitana

« Older   Newer »
  Share  
Adalgiso Onesti
view post Posted on 12/8/2008, 03:20





Questa pagina è dedicata ai gloriosi 93 anni di vita della U.S. Salernitana, poi Salernitana Sport.
Anni molto spesso segnati da sofferenza, sia in termini di risultati sul campo che in termini di gestione societaria, ma MAI in termini di passione e calore.
Anni in cui addirittura l'attività sportiva si è interrotta e anni in cui alcune generazioni di suoi tifosi non hanno potuto ammirare la loro squadra ai livelli importanti del calcio italiano.
Anni che, oggi più che mai, c'è bisogno di ricordare e di tenere vivi, per far si che nessuno, anche se stordito da falsi imbonitori e dagli avvenimenti di cui spesso siamo testimoni, li dimentichi MAI preferendo andare dietro alle lunsinghe di un calcio moderno sempre più lontano da ideali di tifo e di sport.
Per non spegnere la passione verso un club calcistico che tanto ha dato a noi e ai nostri padri e a cui tanto abbiano dato sia noi che i nostri padri, ora e sempre, Forza Salernitana!




1911
L’attività sportiva cittadina si riassume in gare di canottaggio, ciclismo e attività di ginnastica e scherma tra gli studenti del Convitto Nazionale e del Liceo "Tasso".
Sono proprio gli studenti del "Tasso" i primi ad appassionarsi al "foot-ball" ed a fondare nel 1911, con sede a Baronissi, la U.S. Salernitana, organizzazione a carattere polisportivo nata dalla fusione della Pro Calcio Salerno con la Ciclistica Salernitana, la SS Baronissi e la U.S. Sanverinese.

1913
La scomparsa della U.S. Salerno coincide paradossalmente con l'avvento del Calcio nel tessuto sociale di Salerno. Per merito di Donato Vestuti, ex studente del "Tasso" prende vita nel febbraio del 1913 il "Foot Ball Club Salerno" che organizza la prima partita ufficiale a Salerno.
Su un rettangolo di 120 x 60, tracciato per l'occasione sul campo di Piazza d'Armi, il 22/2/1913 si affrontano la F.B.C. Salerno e la F.B.C. Settembrini: vince l' F.B.C. Salerno per 2 a 0; vittoria suggellata la settimana successiva, durante la gara di rivincita, la squadra del Presidente Vestuti si impone questa volta per 1 a 0.

1913-1915
Hanno luogo tra squadre cittadine e della Provincia i primi tre Campionati Provinciali di Calcio.

1915-1919
A causa del primo conflitto mondiale l'attività sportiva della città è quasi del tutto sospesa; la chiamata alle armi del Presidente Donato Vestuti è causa dello scioglimento della F.B.C. Salerno.

1919
Il 19 Giugno 1919, al n. 67 di Corso Umberto I, si svolge l'assemblea della costituenda Unione Sportiva Salernitana; presidente: Adalgiso Onesti. Si comincia a giocare con casacca a strisce verticali bianco-celesti. Nello stesso anno, il 14 settembre, primo derby con la neonata Cavese: la Salernitana vince 6 a 0.

1920
Il primo campionato ufficiale (febbraio-aprile 1920 - serie B). La Salernitana di Schiavone approda alla finale contro il "Brasiliano" (dal nome dell'omonimo Bar dove si davano convegno gli sportivi napoletani).
Sconfitta a Napoli per 5-0, restuisce i 5 goal ai napoletani sul campo di casa. Il campo di Nocera è quello destinato ad ospitare la finalissima.
Il "Brasiliano" non si presenta, partita vinta e promozione della Salernitana nella massima serie nazionale.
L'annata trionfale si conclude con la vittoria da parte dei biancocelesti del trofeo "Vincenzo Giordano".

1921-1922
Campionato di prima categoria (serie A). L'inesperienza della squadra le fà collezionare una serie di sconfitte che portano agli inizi di giugno all'elezione di un nuovo consiglio ed alla nomina di un nuovo presidente: Renato De Crescenzo.
Nel torneo successivo i risultati non cambiano di molto e la Salernitana si classifica nuovamente ultima nel proprio girone.


1922-1923
Alla vigilia del nuovo campionato, per le notevoli difficoltà finanziarie si punta all'unione tra le due più forti squadre cittadine.
Si giunge così alla fusione con l'Audax ; il nuovo sodalizio prende il nome di "Associazione Sportiva Salernitanaudax", viene eletto presidente l'avv. Settimio Mobilio.
La Salernitanaudax è costretta comunque a rinunciare alla disputa del campionato.

1923-1924
Il 7 gennaio 1923 viene rieletto Presidente Adalgiso Onesti che dopo una serie di insuccessi della squadra cede il posto a Raffaele Schiavone.
Dopo la finale del Trofeo "Giordano", persa per 5 a 0 contro la Bagnolese, alla vigilia del campionato viene eletto nuovamente alla presidenza della Salernitanaudax Settimio Mobilio.
Nuovamente la Salernitanaudax è relegata a fanalino di coda del suo girone.

1924-1925
Con Carmine Caiafa, nuovo patron della Salernitanaudax, si conclude ancora una volta rovinosamente il campionato della squadra.
A causa dell'ennesima sconfortante conclusione della propria stagione agonistica, la Salernitanaudax non si iscrive al successivo campionato e scompare provvisoriamente dalla scena calcistica nazionale.

1927
Risorge per volontà dell'autorità fascista "L'Unione Sportiva Salernitana Fascista", Presidente l'Avv. Jannelli. Il 2 Novembre 1927 esordisce la nuova Salernitana nel campionato di 2° divisione, si schiera in maglia azzurra (nuovo colore sociale).

1927
Risorge per volontà dell'autorità fascista "L'Unione Sportiva Salernitana Fascista", Presidente l'Avv. Jannelli.
Il 2 Novembre 1927 esordisce la nuova Salernitana nel campionato di 2° divisione, si schiera in maglia azzurra (nuovo colore sociale).

1928-1929
Inaspettatamente viene ammessa insieme al Palermo alle semifinali per la promozione in serie B.
Si classifica all'ultimo posto e sfuma la prima opportunità di promozione.

1929-1930
Dopo la delusione della mancata promozione viene nominato Presidente il podestà "don" Luigi Conforti.
Il campionato si conclude con un non brillantissimo settimo posto.

1930-1931
Classificatasi al primo posto del girone incontra il Cagliari che la batte nelle finali ( 1-1 a Salerno e 2-1 a Cagliari).

1931-1932
Di nuovo prima del girone, a Salerno si vocifera: "Quest'anno non ci sarà un altro Cagliari!" e invece...a Forlì si infrangono i sogni della Salernitana con la peggior sconfitta della sua storia: 8-0!
1932-1933
La Salernitana si classifica al quarto posto e consacra Zamboni miglior giocatore dell'anno in senso assoluto.



1933-1934
Alla vigilia del Campionato il console Gambrosier assume la presidenza.
Va meglio dell'anno precedente ma non abbastanza per entrare nelle finali per la promozione; 3° posto per gli azzurri.

1934-1935
Conclude il campionato al secondo posto ma l'assenza di Valese ha certamente un peso importante nell'avere ancora una volta mancato la promozione.

1935-1936
Viene sostituito il campionato di I° Divisione con la Serie C: quattro gironi, un totale di 61 squadre.
Nel 36' i prezzi per un abbonamento alla Salernitana vanno dalle 100 alle 200 lire.
Ritenuta ad inizio campionato tra le compagini più accreditate per la promozione, delude ancora una volta le aspettative.

1936-1937
Cambio ai vertici della società, viene nominato Presidente l'ing. Savino Mione.
Sfiora di un soffio la promozione classificandosi al secondo posto alle spalle del Taranto.

1937-1938
Un altro Presidente per provare nuovamente il salto di categoria, il cav. Giuseppe Carpinelli prende le redini del carroccio bianco-celeste.
Dopo 22 giornate questa la classifica: Salernitana e l'Aquila 33pt., Civitavecchia 31pt., Mater 29pt..
Dopo la vittoria contro il Foggia per conquistare matematicamente la promozione in serie B, la Salernitana dovrà assolutamente vincere a Potenza. Missione ardua ma riuscita, 2 gol in due minuti; al 1' della ripresa Valese seguìto al 2' da Corsanini. Festa su Corso Vittorio Emanuele e bianco-celesti finalmente in serie B.

1938-1939
Un campionato balordo segnato da episodi più che da meriti sportivi veri e propri.
Dopo i fatti incresciosi di Ancona, a cui veniva convalidato un gol viziato da un vistoso fallo di mano; la Salernitana conclude il suo campionato in modo mediocre e viene nuovamente esiliata in serie C.

1939-1940
Dopo un inizio tentennante la Salernitana arriva all'ultima giornata con la speranza di uno spareggio a tre; il Siracusa dovrebbe perdere ma vince 5-1 contro il Battipaglia e la Salernitana costretta a vincere cede addirittura in casa al Potenza (2-3).
Cambia a metà stagione il Presidente, viene nominato l'ing. Eugenio Saligeri Zucchi.

1940-1941
Una stagione incolore, Salernitana ferma a metà classifica.

1941-1942
Il girone d'andata è di buon auspicio, la Salernitana è seconda a 4 punti dalla capolista.
Bastano poche gare per farla balzare in testa al girone e confermarla più forte delle altre.
Il fattaccio accade durante la partita contro la Cavese vinta con un perentorio 8-0; si sospetta la corruzione del ex-portiere della Salernitana Cozzi.
l'USF Cavese ricorre al Direttorio Federale che esclude la Salernitana dalle più che meritate finali del campionato.
Amara la sorte per Salerno e non solo visto che lo stesso anno il Napoli retrocede in B.
1942-1943
La Salernitana è un rullo compressore, spadroneggia nel girone, si conferma la compagine più valida e accede alle finali per la promozione in serie B.
Dal 4 Aprile al 6 Giugno 1943 si svolgono le finali, le prime due saranno promosse in serie B.
Splendida la prova della Salernitana che conquista la sua seconda promozione in serie cadetta.

1943
Nemmeno il tempo per gioire, il 20 Giugno cominciano i bombardamenti sulla città di Salerno. Il bilancio è drammatico: 34.367 vani danneggiati, 40 dispersi, 123 militari e 246 civili caduti.

1945
Nell'aspettare il ripristino delle attività federali interrotte a causa del conflitto si organizza un campionato regionale misto. Il drammatico primo derby Salernitana - Napoli si gioca a Salerno. Al 35', con il risultato fermo sull' 1-1, l'arbitro assegna un rigore incerto al Napoli; prime intemperanze del pubblico che vengono sedate dalle forze dell'ordine. Il tiro di Mazzetti si infrange sul palo. Tumulti a fine gara e campo di Salerno squalificato a tempo indeterminato. Si riprende il 24 Maggio e a Nocera la Salernitana s'impone sulla Torrese con un perentorio 7-0. Una serie di forfait e di decisioni Federali clamorose fanno vincere alla Salernitana il Campionato regionale misto del 1945.

1945-1946
Un campionato transitorio misto A-B. Un torneo senza grosso valore dove la Salernitana dimostra di essere pronta ad affrontare il primo campionato di serie B del dopoguerra. La conferma viene anche nel corso del torneo post-campionato Centro-Sud, che la Salernitana si aggiudica vincendo la Finale contro il Pescara.

1946-1947
Il campionato di serie B diviso in 3 gironi inizia il 22 Settembre. Una continuità esemplare porta la Salernitana dopo la quinta giornata alla testa del girone, nessuna squadra riuscirà a sorpassarla; il 21 Giugno 1947 il sogno si avvera: la Salernitana è in serie A. I giocatori del trionfo sono: Rega, Mosele, Pastori, Buzzegoli, Lomi, Tori, Benedetti, Jacovazzo, Piccinini, Voccia, Colaneri, Dagianti, Margiotta, Volpe, Zega, Valese, Onorato, Vaschetto, Morisco.

1947-1948
La momentanea crisi societaria viene superata e la Salernitana può a pieno titolo figurare tra le altre maggiori rappresentative del campionato di serie A. Tuttavia resta una squadra cadetta nelle attrezzature tecniche non avendo potuto acquistare nessun giocatore della massima divisione; confermato l'allenatore Viani (detto "mastro Gipo") capace di caratterizzare il gioco "a fisarmonica" della propria squadra che gli permette di portare un uomo in più degli avversari all'attacco e in velocità conservare comunque la supremazia numerica in difesa. La partita contro la Roma è decisiva per la salvezza; il risultato, purtroppo, è condizionato dall' arbitro ed il commento di Antonio Ghirelli nella sua "Storia del Calcio in Italia" ne dà un'idea: "...la Salernitana si vide sacrificata all'ultimo ad un club più potente e più ricco, la Roma, che poté salvarsi grazie ad un arbitraggio molto discutibile in occasione del confronto diretto, a due giornate dalla fine.". Nell'ultima partita la Roma perde a Modena per 3 a 0, la Salernitana vince in casa per 1 a 0 sull' Inter con un gol di Merlin. Ma i giochi erano fatti, con retrocessione della Salernitana preordinata.

1948-1949
Dopo lo sfortunato Campionato di serie A la presidenza passa al comm. Marcantonio Ferro. Il 4 Maggio 1949 si consuma la tragedia di Superga. La Salernitana conclude il suo campionato con il rammarico di un rendimento discontinuo fuori casa che non le consente di riagguantare la massima serie.

1949-1950
La Salernitana diventa definitivamente granata in onore del "Grande Torino"; conclude un campionato onorevole senza picchi eccessivi. Nello stesso anno il Napoli ritorna in Serie A.

1950-1951
La gestione tecnica di Crociani porta la Salernitana quasi al collasso. Viene esonerato e chiamato a sostituirlo Rudy Hidden dall'Arsenal di Londra. Da sottolineare in questo periodo anche l'ingaggio del primo giocatore turco nel campionato Italiano, Bullent Eken proveniente dal Galatasaray. Conquistando punti d'oro contro la Spal e sul campo spezzino la Salernitana si presenta a Catania senza timori, e pur perdendo è salva.

1951-1952
A metà campionato i granata si assestano a metà classifica. Totalizzando 8 punti nelle ultime sei gare si congedano dal proprio pubblico con il pareggio contro il Pisa a cui fà seguito l' 1-1 a Vicenza.

1952-1953
Nella prima di campionato ospita in casa il Messina; in questa occasione, il 14 settembre 1952, lo stadio viene intitolato a Donato Vestuti. In una sconcertante altalena di rendimento la Salernitana si ritrova in piena bagarre per la salvezza. Una serie di risultati positivi con Verona, Catania, Marzotto e Padova la fanno risalire in classifica. Con il Monza in casa a tre giornate dal termine conquista i punti che le valgono la matematica salvezza.

1953-1954
Dopo l'ultimo campionato mediocre la Salernitana ed il suo Presidente Ferro puntano sui giovani, squadra rinnovata e pronta alla nuova avventura. Non più esaltante dell'anno precedente riesce comunque a salvarsi per il rotto della cuffia dalla retrocessione

1954-1955
A Luglio il Presidente Ferro rassegna le dimissioni e la Salernitana viene lasciata nelle mani del Commissario Prefettizio del Comune. Il 31 Ottobre 1954 la gara interna con l'Alessandria viene rinviata a causa dell'alluvione che si abbatte su Salerno nella notte tra il 25 e 26 Ottobre. La Salernitana è ultima in classifica a 11 pt. Incredibile la serie dei 14 risultati utili che la portano a centro classifica e alla salvezza. Pareggia a Parma e a Palermo, annienta il Marzotto, pareggia a Padova, vince di misura a Salerno contro il Pavia, pareggia a Treviso e con l'Arsenaltaranto, batte il Monza e pareggia con Messina e Como. La Salernitana si salva senza troppi patemi d'animo e chiude con una splendida vittoria sul Parma.

1955-1956
Inizio disastroso che si conclude in una triste condanna; una serie di risultati negativa fa intravedere inesorabile lo spettro della Serie C. Unica nota positiva della stagione è la vittoria sul Palermo nell'ultima giornata di campionato per 5-0.

1956-1957
Una crisi profonda della società fa rischiare la liquidazione della stessa che viene evitata con l'elezione dell'on. Carmine De Martino alla presidenza. Il campionato consacra il Prato prima della classe e la Salernitana alla caccia del secondo posto. Non serve vincere proprio in casa della capolista per superare il Lecco vittorioso a sua volta sul campo del Livorno; un solo punto le separerà a fine campionato. Un punto che vale la promozione per i lariani e la permanenza in C per i granata.
1956-1957
Una crisi profonda della società fa rischiare la liquidazione della stessa che viene evitata con l'elezione dell'on. Carmine De Martino alla presidenza. Il campionato consacra il Prato prima della classe e la Salernitana alla caccia del secondo posto. Non serve vincere proprio in casa della capolista per superare il Lecco vittorioso a sua volta sul campo del Livorno; un solo punto le separerà a fine campionato. Un punto che vale la promozione per i lariani e la permanenza in C per i granata.

1957-1958
De Martino si dimette ed è di nuovo crisi. Tra polemiche e tensioni la Salernitana registra un'annata altalenante, niente di esaltante, finisce il suo campionato a metà classifica.

1958-1959
La crisi che attanaglia la società dall'anno precedente non dà tregua ai granata; il Comune affianca al barone Guariglia, nella gestione della società, l'assessore allo Sport Fulgione. Pareggia l'ultima partita con uno squallido 0-0 e conclude all'ultimo posto assoluto in classifica; questo campionato sarà ricordato come uno dei più disastrosi della storia calcistica della società.

1959-1960
Rinnovata la struttura per volere della piazza, il campionato della Salernitana non è certo migliore di quello precedente, finisce penultima evitando solamente una cocente retocessione.

1960-1961
Il Gagliardi viene chiamato alla guida della società e lo stesso, suscitando clamore nel mondo sportivo nazionale, chiama a sorpresa alla guida tecnica dei granata l'ex calciatore uruguaiano Ettore Puricelli. La squadra non brilla e Puricelli viene esonerato. Con il cambio d'allenatore cambiano anche i risultati; una serie positiva fa risalire i granata a metà classifica, una posizione tranquilla che consente loro di congedarsi dal proprio pubblico con una vittoria contro la Reggina.

1961-1962
Visti i risultati dell'ultimo campionato Gagliardi provvede a rinforzare la squadra. Alla vigilia del campionato un titolo su tutti sintetizza il lavoro fatto dalla società: "La Salernitana è pronta per il grande assalto alla B" (Il Mattino). Il 25 settembre al "Vestuti" davanti a oltre 15.000 tifosi esordisce con un bel 3-0 sul Chieti. La Salernitana diverte e insegue tenacemente la capolista Foggia. A Foggia si gioca tutto un campionato; sotto di due reti, la Salernitana si raddrizza raccogliendo il meritato pareggio che purtroppo viene vanificato a 10' dal termine da una prodezza del foggiano Santopadre. Questa sconfitta in terra dauna è la svolta, la Salernitana non reagisce più, e il campionato che si poteva e doveva vincere le lascia l'amaro del secondo posto.

1962-1963
Nuova formazione ancora una volta per centrare l'obbiettivo B. Dopo poche giornate la Salernitana è sola in testa alla classifica. Si fà riprendere e come l'anno precedente la sorte non le è propizia. I granata non reagiscono. Episodio drammatico col Potenza dove tra contestazioni e confusione viene ucciso il tifoso Giuseppe Plaitano. L'assedio allo stadio dura 7 giorni, il "Vestuti" viene squalificato per 3 giornate; la Salernitana non ha più nulla da dire e guadagna l'ultimo punto nella trasferta col Trani.

1963-1964
Annata grigia, tra il susseguirsi di crisi societarie e le molteplici squalifiche del "Vestuti". Il segretario Somma diventa l'unico legame tra società e giocatori che minacciano più volte di non giocare. Dopo aver rischiato il peggio i granata sfoderano una serie di prestazioni esaltanti chiudendo il campionato in tutta tranquillità.

1964-1965
Annata pessima salvata solo in extremis dalla vittoria contro il demotivato Cosenza che vale alla Salernitana l'ennesima salvezza.

1965-1966
L'incubo della retrocessione ancora presente, la nuova squadra di Gagliardi comincia la nuova avventura. Desta subito simpatia e i nuovi innesti fanno ben sperare. All'esordio contro il Lecce ci pensa il giovane Prati a mettere K.O. l'ostica compagine salentina. La sfida verso la B resta entusiasmante, il 6 Marzo dopo la sfida a reti inviolate contro il Cosenza la classifica si presnta così: Salernitana 34pt., Cosenza 33pt., Sambenedettese 31pt.. Il campionato si conclude con Salernitana e Cosenza a pari punti in testa alla classifica ma la Caf delibera: la Salernitana dovrà rigiocare la gara all'Aquila il 29 Maggio. Con 5;000 tifosi al seguito pareggia 0-0 ed è il trionfo per la compagine di Rosati. La Salernitana è di nuovo in serie B.

1966-1967
La Salernitana si costituisce in S.p.A. e Gagliardi con il riconfermato Rosati si presentano a metà luglio al "Gallia" di Milano per le operazioni di mercato. Campionato disastroso che si conclude con dieci sconfitte. Da segnalare a metà campionato l'esonero di Rosati. A fine campionato, dopo 20 anni, Somma abbandona i Granata.

1967-1968
Dopo la retrocessione e le dimissioni di Gagliardi la Salernitana viene salvata dall'Avv. Tedesco. Alla prima di campionato in casa contro il Barletta vince ed ottiene i primi 2 punti dopo sei mesi dall'ultima vittoria in gara non amichevole. Procede con passo sicuro e conquista a fine stagione una tranquillità di classifica del tutto meritata.

1968-1969
Un'anno di mezza classifica per i Granata; il 1969 è da ricordare senz'altro di più per la scomparsa di "Gipo" Viani, autore di imprese memorabili sia in campo che fuori.

1969-1970
La Salernitana riesce ad iscriversi al torneo quasi per miracolo a causa di grosse difficoltà economiche. Lotta per la salvezza durante gran parte del campionato fino ad ottenerla con la vittoria contro il Pescara. Risulterà peraltro la squadra meno prolifica del suo girone, realizzando solo 20 reti.

1970-1971
Tedesco allestisce una squadra per vincere, richiama Rosati sulla panchina granata e si appresta a disputare un campionato di vertice. Dopo il derby interno con l'Avellino, vinto per 1-0, la Salernitana spicca il volo. Il campionato si delinea: Salernitana e Sorrento a contendersi la promozione. La spunta il Sorrento, e la conseguente delusione della tifoseria granata sfocia in alcuni incidenti che valgono la squalifica del Vestuti per una giornata. Pur se provando ad invalidare la partecipazione del Sorrento in serie B la Salernitana deve rassegnarsi al suo secondo posto che le vale solamente la permanenza in serie C.

1971-1972
A metà campionato la situazione in classifica è la seguente: Brindisi 33pt., Salernitana e Lecce 32pt.. Una serie di risultati sfavorevoli portano il 7 Aprile alle dimissioni di tutta la dirigenza granata; viene designato come commissario il dott. Americo Vessa. La Salernitana conclude al terzo posto ed incorona Pantani capocannoniere del girone con 18 reti.

1972-1973
Dopo un'inizio incerto la Salernitana riagguanta le prime e fà passare un Natale felice ai suoi sostenitori. Tra le prime 5 si congeda dal proprio pubblico contro la Juve Stabia (1-1), i granata sprecano almeno dieci occasioni favorevoli.

1973-1974
Scoppia il colera e le gare di Coppa Italia con il Castrovillari e la Pro Salerno sono rinviate. Una serie di risultati altalenanti la fanno navigare a metà classifica e contestare più volte dai propri sostenitori.

1974-1975
A dicembre la Salernitana tocca il fondo della classifica; dimissioni dell'allenatore e ingaggio dell'ex "core de Roma" Giacomino Losi. Ancora un'annata altalenante; tra crisi societaria e d'identità si salva e si accomiata festosamente dal suo pubblico con il sucesso sul Marsala.

1975-1976
Pietro Esposito residente a Milano si dichiara disponibile a rilevare la Società e a costruire una squadra da primato. L'entusiasmo della tifoseria è alle stelle, 4.000 abbonamenti in pochi giorni. A inizio campionato i granata sono saldamente in testa alla classifica. A sorpresa viene esonerato Settembrini e la squadra cala. Esposito si rivela poco affidabile, non paga gli stipendi ai giocatori, più volte si rischia di non giocare. Lo squadrone si sgonfia lentamente e conclude all' 8° posto il proprio campionato.

1976-1977
La società è in grave crisi, gli stipendi dei giocatori non vengono pagati, la società ha un passivo di un miliardo e trecentocinquantanove milioni; Esposito si dimette. L'Avv. Matera diventa il nuovo commissario e la Salernitana in un clima più disteso riprende a lottare. Si riassesta a metà classifica e conclude onorevolmente la stagione.

1977-1978
Si risolve la situazione societaria è viene istituita l'attuale Salernitana Sport S.p.A.. Si classifica al 6° posto ed ottiene la qualificazione in serie C1. Costante Tivelli è capocannoniere del girone.

1978-1979
Ristrutturato il campionato di C e D nasce la C1 strutturata in due gironi. Ad inizio campionato la squadra denota pecche in difesa, arrivano il libero Zandonà del Monza e in prestito dall'Inter il portierino Walter Zenga che esordisce al "Vestuti" incassando ben 4 gol dal Campobasso. Qualche mese dopo in casa contro il lanciatissimo Pisa, dopo il raddoppio della squadra di Anconetani, il giovanissimo portiere lascia il campo tra in lacrime. Conclude a metà classifca dopo una prima parte di campionato catastrofica ed un buon girone di ritorno. Recriminazioni? Tante.

1979-1980
Ventura nuovo Presidente della Salernitana parte per Milano con Viviani per le operazioni di mercato. A metà stagione è di nuovo crisi profonda. Ventura si dimette; prende il suo posto De Piano che lascia dopo pochi giorni. La Salernitana è allo sbando e il 6 Marzo scattano la messa in mora e lo svincolo dei giocatori. La Salernitana conclude uno dei campionati più sconvolgenti e tormentati della sua storia, pur avendo avuto sul piano tecnico i mezzi e le possibilità per lottare per il primato. Ultima mortificazione la sconfitta nella sua prima finale di Coppa Italia da parte del Padova.

1980-1981
Si allestisce una squadra giovane che punta ad un campionato di assestamento, allenatore il giovane Leonardi. Il 23 Novembre 1980 alle 19,34, la terra trema e sconvolge l'Irpinia. Migliaia di vittime anche in Lucania e in provincia di Salerno. L'attività viene interrotta per molte squadre del sud e i giocatori vengono rispediti a casa. Il campionato riprende il 14 dicembre. Gravi incidenti durante la partita interna con la Sambenedettese, il "Vestuti" è squalificato per 7 mesi. A fine campionato basta un pareggio a Terni a reti inviolate per agguantare la salvezza.

1981-1982
Primo anno di sponsorizzazione, il Pastificio Amato associa il suo marchio a quello della Salernitana. Dopo un'avvio incerto, la squadra granata inanella una serie di risultati positivi e si comincia a respirare aria di B. La Salernitana a 2pt. dall'Arezzo ospita il Campobasso, 14 mila spettatori! Pareggia il Campobasso al 70'. Si arriva all'ultima gara con queste ipotesi: la Salernitana è promossa se Campobasso e Nocerina perdono, va allo spareggio a tre se le due pareggiano. La Salernitana non vince e nessuna delle due ipotesi si verifica; la promozione è rinviata.

1982-1983
Il 18 Agosto per la Coppa Italia ospita il Napoli di Ramon Diaz, 0-1 su rigore di Ferrario. La Salernitana chiude a metà classifica ed è contestata dai tifosi; minimo storico di presenze al "Vestuti" il 22 Maggio, 700 spettatori.

1983-1984
Japicca, nuovo presidente dei granata, vuole la B. Ottiene solamente un'altro campionato incolore e l'esclusione dalla Coppa Italia di A e B.

1984-1985
Uno dei campionatio migliori degli ultimi anni: si classifica al quarto posto e accede di diritto alla Coppa Italia contro avversarie di A e B.

1985-1986
La società è rinnovata, 58 i soci, tutti esponenti di spicco della città, fra loro il Cav. Amato, De Martino, Soglia, Paravia. L'inizio non è certo esaltante, Ghio viene esonerato e profetizza:" La Salernitana risalirà in classifica". Così è; si classifica tra le prime 10 e consacra un campioncino: De Vitis. Il 10 giugno il Consiglio Direttivo della Salernitana rassegna in blocco le dimissioni per consentire "...un esame approfondito della situazione finanziaria".

1986-1987
Il 1° Settembre 1986 viene stipulata la convenzione per la costruzione del nuovo stadio nella zona orientale della Città. La Salernitana riesece a salvarsi con il pareggio casalingo contro il Livorno; nel frattempo Soglia diventa Presidente della Salernitana.

1987-1988
La Salernitana sbanca il mercato di Milano, Tobia dichiara: "é il migliore organico che potessi sperare di avere". Alternando i risultati la Salernitana prende quota ma senza picchi. Il 25 Novembre la squadra è ricevuta in udienza da Papa Giovanni Paolo II. Dopo alcune vicende poco chiare e la squalifica del suo allenatore Tobia, si ritrova a tre punti dalla capolista. Sfuma un'ennesima volta l'agognata B; il Cav. Amato dirà:"...tre anni fa partimmo con slancio, per strada si sono perduti molti amici. Nelle aziende esiste un rischio calcolato, nel calcio no".
1988-1989
Soglia rileva il 51% del pacchetto azionario della società e annuncia l'ingaggio di Agostino Di Bartolomei. La Salernitana nonostante "Ago" naufraga, viene richiamato Leonardi per tentare la salvezza. Al termine dell'ultima gara contro il Catania si verifica un'invasione pacifica di campo; la Salernitana partita con propositi di promozione riesce invece miracolosamente a salvarsi.

1989-1990
La squadra parte con il piede giusto, ma Soglia viene contestato e finisce per dimettersi. La crisi societaria non incide nel rendimento dei granata che si chiudono a riccio intorno ad Ansaloni. La Salernitana divide la testa della classifica con il Casarano e comincia a sognare. Battendo l'Ischia sul neutro di Benevento la Salernitana resta sola in testa al girone. A cinque giornate dal termine la Salernitana entra nel suo momento di pazzia e si fà scavalcare dal Taranto. Taranto, matematicamente promosso, ospite nell'ultima di campionato proprio a Salerno. 0-0 e Salernitana in B dopo 24 anni.

1990-1991
Il 7 Settembre il nuovo stadio di Salerno ottiene l'agibilità e la Salernitana ospita il Padova, 20.000 i tifosi presenti. Dopo 8 giornate i granata sono secondi. La Salernitana incappa nella prima secca sconfitta del suo campionato; a Foggia contro i ragazzi di Zeman, un 4-0 con doppietta del giovane Signori. La Salernitana conclude il girone di andata in perfetta media salvezza: 19pt. La Salernitana cede ed è costretta allo spareggio per la salvezza contro il Cosenza, si giocherà a Pescara. Il 5' del primo tempo di recupero è fatale ai granata, Marulla li condanna nuovamente alla C.

1991-1992
Crisi profonda e contestazione aspra sotto le finestra di Soglia, il 28 Luglio il Rag. Capone versa all'ex Presidente assegni per la cifra pattuita e per il passaggio del 94% del pacchetto azionario della Salernitana. Capone opera per conto di Pasquale Casillo, "re del grano" e proprietario del Foggia neopromosso in serie A. Vengono rivoluzionati i quadri societari, assunto come direttore sportivo Giuseppe Cannella e come segretario Diodato Abagnara. L'inizio è strepitoso, la Salernitana è prima in condominio con la Ternana. Una serie di risultati mediocri portano all'esonero di Simonelli e nonostante i cambiamenti la squadra non dà segni di miglioramento. Burgnich succede a Simonelli e riesce nell'impresa salvezza.

1992-1993
Si rinnova la rosa, arrivano tra gli altri: Tudisco, Grimaudo e Strada. La Salernitana inanella una serie di risultati utili, balza al secondo posto in classifica e vede più vicina la serie B. Un calo psicologico e una netta flessione fisica escludono definitivamente la Salernitana dalla zona promozione. La Salernitana conclude al 5° posto ma con record di 22 partite utili consecutive.

1993-1994
Tra vari tentativi di vendita della Società, Casillo affida i granata ad un giovane allenatore: Delio Rossi. Arrivano Fresi, Rachini e Ricchetti. La tifoseria contesta Rossi fin dal primo momento della sua assunzione e la rinnovata squadra è composta prevalentemente da giovani elementi. Rossi tira diritto, lavora e fà lavorare; la squadra inizia bene ma ha bisogno di rinforzi. Acquistato Chimenti dalla Sambenedettese arrivano anche Grassadonna dal Foggia e Roberto Breda dalla Spal. La Salernitana fà sognare, e Casillo cambia: via Del Mese, al suo posto Lo Schiavo; ancora risultati positivi: Breda regista Doc, Pisano bomber di carattere, tutto fà ben sperare. Il 22 Aprile 1994 il Mattino titola: "Casillo indagato, sequestrate azioni di 27 società della sua Holding". La Salernitana si qualifica ai play-off. Il 22 Giugno al San Paolo di Napoli Salernitana e Juve Stabia si contendono la B, davanti a 27.000 spettatori Breda sigla il definitivo 3-0 e la Salernitana torna in serie B.

1994-1995
Con uno sponsor nuovo, la "Rainbow", Rossi porta i suoi ragazzi in ritiro a Alberè di Tenna. Aniello Aliberti di S.Giuseppe Vesuviano rileva il 99% delle quote della Salernitana Sport S.p.A. e querelando 2 giornali dimostra la piena leggitimità del suo mandato. Intanto la Salernitana vola e giunge a Bergamo contro l'Atalanta con un compito: vincere per tornare in A. L'Atalanta vince ma non convince, la Salernitana perde ma lotta fino alla fine. Dopo la partita le strade di Salerno sono deserte e silenziose.

1995-1996
La Salernitana cerca in fretta di dimenticare Bergamo e l'addio traumatico di Delio Rossi. La società punta su un giovane allenatore proveniente dalla C2: Franco Colomba. Per illecito sportivo la Salernitana parte a -4, vince le prime partite e riesce ad azzerare il suo svantaggio. In vista della partita con il Brescia la Salernitana va in ritiro in Trentino, qui giunge inattesa la sentenza della CAF che toglie i 4 punti di penalizzazione e riscrive la classifica di B. I granata sono secondi! Dopo una parte centrale della stagione altalenante accompagnata dalle contestazioni del pubblico nei confronti di Aliberti, la Salernitana arriva a Perugia con la possibilità di rimettersi in corso per la promozione in caso di vittoria. Primo K.O. interno degli umbri (1-2) e Salernitana a due passi dalla serie A. Tutto si decide a Pescara dove i Granata sono accompagnati da 3000 sostenitori. Per quindici minuti la Salernitana tocca con mano la serie A. Poi solo la delusione e il rammarico per i punti persi durante il campionato.

1996-1997
Si riparte con la nomina di Aliberti a Consigliere di Lega, è il primo presidente della Salernitana ad essere ammesso nella stanza dei bottoni. Gli abbonati raggiungono la quota di 13.000 e Franco Colomba viene confermato. La squadra comincia molto male, sono pochissime le prestazioni convincenti della compagine di Colomba. Nella gara interna contro il Venezia la contestazione è pesante e i tifosi disertano la Sud. Dopo la rovinosa sconfitta a Reggio, Colomba viene esonerato e al suo posto inserito Varrella. I Granata si giocano tutto in casa con il Castel di Sangro, all'88' Masinga fà esplodere l'Arechi. La salvezza viene ottenuta a Venezia con un pareggio che fà tirare un sospiro di sollievo a tutta la città. Alla fine del campionato si vocifera sul ritorno di Delio Rossi al timone della squadra.

1997-1998
Aliberti fa piazza pulita e cambia tutto. La prima di campionato è all'Arechi contro il Verona. Un sonoro 2 a 0 a favore dei Granata che esalta il pubblico che già inneggia al ritorno del "Profeta". Si arriva a Venezia con la Salernitana seconda proprio alla squadra di Novellino (2 pt). Esaltante! 0-3 che non ammette discussioni con la Salernitana prima in classifica (e lo sarà fino alla fine). Di Vaio è capo cannoniere assoluto. A marzo la squadra incontra il Cagliari che ancora potrebbe impensierirla ed è vittoria anche con una formazione rimaneggiata; il Corriere dello Sport titola: "Salernitana champagne, la serie A è dietro l'angolo!". Col Venezia in casa la Salernitana frantuma tutti i record ed è promossa con 5 giornate d'anticipo. Lo stadio riempito in ogni ordine di posto, impressionante il silenzio per ricordare le vittime dell'alluvione di Sarno. Festa rinviata. Le ultime gare sono routine, solo quella con il Foggia è degna di nota. Una rivincita che i granata si prendono condannando i rosso-neri alla serie C. La Salernitana chiude con 72 pt (1 più del Piacenza 94/95), totalizza 65 gol (2 più dell'Udinese 94/95), subisce il minor numero di sconfitte (4) ed eguaglia con 19 vittorie quelle dell'Udinese e Piacenza. Il 7 Aprile 1998 la Salernitana Sport S.p.A. presenta a Castel Rovere il progetto del suo Centro Tecnico di 125.000 mq, il più grande del Sud Italia.

1998-1999
La Salernitana approda in A. Un sogno che diventa realtà per la squadra, la società, la città e per i tifosi. La compagine granata fa capolino nel campionato di massima serie con l'appellativo di "squadra simpatia". Ed è subito festa. A Roma, all'esordio in campionato, 15.000 tifosi granata danno il via all'avventura. La formazione di Rossi domina per tutto il primo tempo, va in vantaggio con Song, sfiora il raddoppio con Chianese poi perde per un incredibile espulsione di Fusco, ed è il tracollo sotto i colpi di Totti e soci. La Salernitana, nonostante il bel gioco, non riesce ad ingranare. Perde con il Milan e affonda nella fatale trasferta di Udine, dove Rossi decide di affidarsi alla vecchia guardia. La Salernitana conquista il primo punto in casa contro il modesto Empoli, ma la squadra non trova il passo. Il Presidente Aliberti da il "la" alla rivoluzione. Arrivano in sequenza Giampaolo, Fresi, Gattuso, Bernardini e Ametrano e contemporaneamente partono Giovanni Tedesco, Ciro De Cesare e Ciro Ferrara. Song dopo esser stato protagonista all'Olimpico viene messo in panchina, poi l'acquisto miliardario del mercato targato salernitana gioca a Parma, da terzino destro, la sua ultima partita in granata. Le discutibili decisioni sull'impiego di Song, e di altri calciatori, fanno incrinare il rapporto tra Aliberti e Rossi. Il patron pensa di esonerare il tecnico dopo la sconfitta con la Fiorentina ma alla fine decide di concedergli ancora una chance. E la Salernitana riesce finalmente a vincere con la Lazio grazie ad una magia di Giacomo Tedesco su punizione. Poi la sconfitta con la Samp a Genova e la doppia vittoria con Perugia e Venezia con Di Vaio finalmente protagonista. A Milano, contro l'Inter, la Salernitana non riesce ad ultimare il capolavoro iniziato da Di Michele. I granata escono sconfitti per un gol al 94esimo di Zanetti ed Aliberti s'infuria. I granata, nella domenica successiva, non riescono a gestire il vantaggio con il Bari. I pugliesi trovano il pari con Knudsen. A Torino Rossi presenta una formazione spregiudicata e ritorna a casa umiliata dalla tripletta di Inzaghi. Il disaccordo tra Aliberti e Rossi ormai, è evidente. Song viene ceduto al Liverpool per nove miliardi. Aliberti da fiducia al tecnico ma a Vicenza la squadra perde nuovamente. Rossi viene esonerato (viene scelto Oddo), ma alcuni tifosi aggrediscono il Presidente Aliberti durante la conferenza stampa e il tecnico viene reintegrato. La Salernitana getta al vento un'altra occasione con il Piacenza (1 -1) e vince con la Roma. Sfiora l'impresa a San Siro con il Milan, perde in casa con l'Udinese e finalmente conquista i primi tre punti fuori casa con l'Empoli (tripletta di Di Vaio). Tutto illusorio: i granata ottengono 1 punto in tre partite (Parma, Fiorentina e Lazio), vincono con la Samp dopo una settimana difficile ma perdono a Perugia. Rossi viene esonerato. Arriva Oddo e la squadra si rasserena. La Salernitana supera Inter, Bologna e Juve e impatta fuori con Venezia e Bari. Poi il passo falso di Cagliari che di fatto fa diminuire le speranze granata. La vittoria in extremis con il Vicenza tiene in corsa la Salernitana ma a Piacenza (1-1), al termine di una incredibile partita, i granata tornano in B. La Salernitana, nel volgere di 365 giorni perde la massima serie. I più amari, i più drammatici forse, della storia calcistica granata.

1999-2000
Ad Adriano Cadregari il difficile compito di traghettare la Salernitana reduce dalla retrocessione. Almeno questo si pensava finché un calcio giocato bizzarro non ha determinato cambiamenti spesso repentini di uomini. Nonostante il ritorno nel campionato cadetto, dopo un anno militato tra i sapori della massima serie, sono buone le premesse di una stagione che parte in maniera discreta. Tradizionale ritiro a Tenna e poi la Coppa Italia che regala emozioni e speranze, subito dopo c’è la delusione ma non tutto è perso. Il campionato è alle porte. Cinque giornate pochi gol e Cadregari è esonerato dopo la trasferta a Genova dove la Salernitana è sconfitta. Inizia così la stagione di Luigi Cagni. Dopo cinque giornate di gioco la città, i tifosi sono ancora scettici per il cambio di allenatore. Si giunge alla dodicesima giornata l’incontro in casa con la Fermana è davvero un momento importante. Dopo il primo tempo, il passaggio negli spogliatoi è fondamentale, i granata arrivano in campo e capovolgono il risultato. La partita si conclude 3-1 ma le sorti di classifica non cambiano. Dopo la partita, in sala stampa, il presidente Aniello Aliberti, più volte contestato durante i 90 minuti, dà le dimissioni e affida all’amministratore delegato Giovanni Condò la gestione della società e la relativa cessione. Nessun imprenditore si propone e la situazione rientra. Luigi Cagni, intanto, conduce la squadra con il difficile compito di prepararla per il derby casalingo con il Napoli che si conclude con un pareggio 1-1. Arrivano intanto Melosi, Guidoni e Lorieri che danno vigore alla squadra che dalla zona retrocessione approda in quella promozione. Ma basta un deludente risultato a Monza per ottenere un nuovo cambio di scena. Rientra Cadregari. Ma solo per poco, il tempo di una settimana, solo sette giorni. E’ la sconfitta in casa con il Savoia che fa voltare ancora pagina alla Salernitana che è nuovamente allenata da Cagni. Rientro trionfante per il mister che a Genova, contro la Sampodoria ottiene la vittoria 2-4. Poi è il tempo del pareggio con l’Atalanta ed ancora la vittoria con la Fermana 4-2. L’ambizione per la serie A sfuma con la sconfitta subita a Vicenza. A parlare sono le reti subite e così a quattro giornate dalla fine del campionato sono già riposte le ambite speranze per il passaggio in serie A. La squadra granata dunque, resta in B.

2000-2001
E’ la stagione del Torino dei record, che con 73 punti segna il ritorno in massima serie; del “miracolo” Chievo, che con i suoi 70 scrive una pagina di storia di un quartiere di Verona e corona un sogno chiamato serie A.
Ed è la stagione, in casa granata, di una lotta per la salvezza contrassegnata dall’avvicendamento Oddo/Sonetti/Oddo.
Il compito di guidare la Salernitana viene in principio assegnato al tecnico di Trapani, ma alla 15^ giornata (14 giocate: l’impraticabilità del terreno dell’Arechi fa slittare la 13^ al 13 dicembre), la Salernitana si ritrova con soli 16 punti sui 42 a disposizione sostando al 15° posto in classifica.
Non abbastanza, ritiene la Società che, dopo uno squallido 0-0 casalingo contro l’Empoli di mister Baldini, decide di affidare le sorti del campionato granata a Nedo Sonetti.
Il neo allenatore inaugura la sua gestione con una vittoria, seppur non convincente, proprio nel recupero della 13^ giornata contro la Pistoiese di Pillon (1-0).
Ma la sua avventura in Salernitana non è destinata a durare a lungo: la squadra non trova la verve tanto attesa, inanellando 14 punti in altrettante partite, e peggiorando così il ruolino di marcia dell’amministrazione Oddo.
Ed ecco che il Presidente Aliberti consegna il traguardo-salvezza nuovamente nelle mani dell’allenatore siciliano che viene richiamato alla guida della prima squadra.
Francesco Oddo, grazie anche ad un ritrovato Di Michele, non delude le aspettative raggiungendo la sospirata meta: con due vittorie consecutive, alla 35^ giornata in casa del Crotone (0-1) ed alla 36^ contro il Cittadella all’Arechi (3-0), i granata scacciano l’incubo serie C, rendendo ininfluenti le altrettante sconfitte a conclusione di campionato.
La Salernitana è salva: con 43 punti occupa la 15^ posizione in graduatoria, a 7 punti dalla zona retrocessione che condanna Treviso (36 p.), Monza (31 p.), Ravenna (25 p.) e Pescara (22 p.). Promosse in A, oltre alle già citate Torino e Chievo Verona, Piacenza (70 p.) e Venezia (69 p.).

2001-2002
Dopo una deludente stagione la Salernitana punta tutto su Zdenek Zeman.
Il campionato è segnato già in avvio dal predominio assoluto di quattro squadre, le stesse che al termine dello stesso conquisteranno la meritata promozione in massima serie: Como, Modena, Reggina ed Empoli. Con 74 punti in classifica i lariani superano il record di punti conquistati nel campionato di serie B con la regola dei tre punti a vittoria (Torino p.73, campionato 2000/2001); in zona retrocessione,invece, occorrono ben 47 punti per mantenere la categoria (ne fa le spese la Ternana che, nonostante i 45 conquistati, retrocede in C insieme a Pistoiese, Cittadella e Crotone).
Un campionato in cui la Salernitana totalizza i 53 punti che le valgono il sesto posto in classifica, in condominio con il Bari di Perotti. Una dopo l’altra le 38 giornate di campionato sfilano via appassionatamente.
Un avvio non troppo brillante provoca negli animi più accesi della tifoseria granata qualche perplessità riguardo il progetto stilato dalla Società.
Dopo le prime 9 giornate, otto in realtà visto il rinvio del derby col Napoli, dal 10 ottobre 2001 al 27 gennaio 2002 (recupero delle gare di Champions League e poi indisponibilità del San Paolo), la formazione granata staziona a metà classifica con 11 pt..
La prima sosta di campionato non fa bene all’undici granata che torna in campo e subisce la grinta del Genoa (4-0 al “Ferraris”); il riscatto ai danni dell’Ancona e l’immediato passo falso di Empoli (3-1 al “Castellani”) frenano le ambizioni della Salernitana.
Prima delle vacanze natalizie Fusco e compagni infilano 6 risultati utili consecutivi, raccogliendo a poco a poco un totale di 12 punti (3 vittorie e 3 pareggi) che le valgono il 5° posto in graduatoria.
Prima del giro di boa la Salernitana impatta all’Arechi col Modena (06/01/2002) e scivola a nove punti dalla zona promozione. Il momento migliore dei granata nei primi mesi del nuovo anno: nelle 11 partite in calendario (recupero col Napoli compreso), raccolgono una media di 1,81 punti a partita, inanellando ben 5 vittorie di fila (a cavallo tra febbraio e marzo) che valgono ai colori granata il 5° posto a sei punti dal quartetto di testa.
Non porta bene neanche l’ultima sosta di campionato che, di fatto, interrompe la serie positiva della Salernitana: nella gara decisiva contro il Genoa subisce la grinta dei grifoni e la terza sconfitta casalinga.
La vittoria sull’Empoli seguita dal pari a Cagliari, è l’ultimo abbaglio per la promozione dei granata, che nelle restanti sette giornate alternano risultati non esaltanti raccogliendo solamente tre dei 21 punti in palio.

2002- 2003
La stagione successiva è ricordata come la peggiore degli ultimi decenni.
Già dall’estate il tormentone Zeman riempi i quotidiani sportivi locali. L’allenatore boemo, a causa di malumori circa la gestione del gruppo da parte della società sul finire del campionato precedente, è incerto se firmare o meno il rinnovo di contratto con la Salernitana. L’incertezza si protrae fino alla vigilia della partita di Coppa Italia, cioè la prima uscita ufficiale della stagione della Salernitana, quando un titubante Zeman accetta di continuare per un altro anno la sua avventura in granata. Ma la sua permanenza è destinata a durare pochi mesi. Con una Salernitana tristemente ultima in classifica, alla vigilia della sosta natalizia, il patron Aliberti rivoluziona tutto: via Zeman e stravolgimento totale dell’organico. L’arrivo di Varrella, già autore di un salvataggio qualche anno prima, però non ottiene l’effetto sperato, anzi, è un vero disastro. La Salernitana alla fine della stagione retrocede miseramente in serie C1 totalizzando soltanto 21 punti!

2003-2004
Ma l’estate del 2003 per il calcio italiano e per la serie B sarà ricordata come una delle più calde di tutti i tempi. Il caso- Catania, gestito con notevole approssimazione e superficialità dalla Figc negli ultimi mesi della stagione precedente, esplode in tutta la sua veemenza attraverso il ricorso vinto dal vulcanico patron del Catania Luciano Gaucci ai danni della Figc e che riconosce al Catania il quintultimo posto in classifica e quindi la matematica salvezza. Ma al quart’ultimo posto, in questo modo, a causa dell’avanzamento in classifica del Catania ci finiscono due club, Venezia e Napoli, a pari punti e nell’impossibilità ormai di disputare uno spareggio visto il periodo estivo inoltrato. Così, al termine di un lungo e sfiancante braccio di ferro tra la Figc e i 3 club retrocessi (tra cui la Salernitana) che si oppongono alla volontà della Figc di non far retrocedere una quarta squadra così come indica il regolamento, è il governo a intervenire e decretare l’annullamento di tutte e quattro le retrocessioni risolvendo così la questione.
La Salernitana così viene riammessa in serie B e, nel giro di una settimana, grazie all’esperienza del nuovo ds Carmine Longo, adegua la propria rosa costruita in un primo momento per il campionato di serie C1. Alla corte di Pioli (l’allenatore con il foglio rosa come lo definirà durante il campionato il presidente Aliberti) arrivano così l’ariete albanese Bogdani, il talentuoso Bombardini, il centrocampista d’ordine Longo e il fantasista Di Vicino.
La Salernitana tra luci e ombre non va oltre una meritata salvezza.



2004- 2005
La stagione successiva, come spesso accaduto nella storia della Salernitana, parte nell’ambizione generale di puntare a qualcosa di importante. Il patron Aliberti chiama sulla panchina della Salernitana un allenatore capace di coniugare gioco arrembante e risulati: Aldo Ammazzalorso. La campagna acquisti, che vede arrivare nelle fila granata calciatori del calibro di Ferrarese, di Brunner e delle giovani promesse della Juventus Palladino e Benjamin, si conclude con l’arrivo a Salerno dell’attaccante Borgobello, invocato dalla piazza festante durante la presentazione della squadra all’interno dello storico stadio Vestuti.
La Salernitana però dopo un promettente avvio in coppa Italia dove arriva a battere in casa un Palermo fresco di serie A, quasi come per volere di una maledizione che l’attanaglia dalla sua fondazione, delude in pieno le aspettative al punto tale che il tecnico Ammazzalorso viene presto esonerato. Al subentrante Gregucci viene affidato il compito di dare alla squadra un atteggiamento tattico più ordinato e razionale in mezzo al campo. Gregucci dopo una partenza segnata da non poche difficoltà e tra le contestazioni di una tifoseria delusa dall’ennesima stagione che promette più difficoltà che successi, non solo riesce nell’impresa, ma addirittura con un ciclo di risultati positivi consecutivi (uno su tutti il 4 a 0 sul quotato Genoa all’Arechi) porta la Salernitana a un passo dalla zona play-off. Ma come accaduto l’anno precedente proprio sul più bello la squadra si sgonfia. Addirittura nella parte finale del torneo si teme per la salvezza. Questa però alla fine viene comunque raggiunta con una giornata di anticipo.

2005-2006.
Nemmeno il tempo di sospirare per lo scampato pericolo, che un altro ben più terribile si abbatte sulla Salernitana. La Covisoc, al momento delle iscrizioni ai relativi campionati, boccia la Salernitana per il suo debito verso l’erario!
Nonostante l’ennesima estete calda del club salernitano venga passata tra carte bollate, ricorsi, tribunali e chiacchiere varie di sedicenti esperti in materia di fisco e di norme figc, la Salernitana vede rigettati tutti i ricorsi, e dopo la sentenza del Consiglio di Stato che con 3 voti su 5 stabilisce temerario il contenzioso tra la società granata e il fisco, viene esclusa dalla serie B.
Il patron Aliberti che fino a quel momento aveva fermamente creduto nell’iscrizione della Salernitana sicuro che questa avesse tutte le carte in regola davanti alla Figc e allo Stato Italiano, non si dà per vinto. Seriamente intenzionato a portare avanti la sua battaglia per vedere riconosciute le ragioni della Salernitana, iscrive quest’ultima in terza categoria, obbligato dal fatto che secondo quanto riporta il recente Lodo Petrucci, tutte le società escluse dalle categorie di pertinenza, volendo, possono continuare la propria attività sportiva solo ripartendo dall’ultima categoria dilettantistica esistente.
E’ un’esperienza nuova sia per la Salernitana che per la sua tifoseria.
Sorretta da un migliaio di irriducibili tifosi che non si lasciano sedurre né ingannare da nuove realtà calcistiche cittadine fondate per l’occasione, la Salernitana esordisce nel campionato di terza categoria nello stadio Dirceu di Eboli con una squadra composta da giovani promesse del calcio dilettantistico e messa su dal “solito” Carmine Longo sempre bravo e professionale soprattutto nei momenti di estrema difficoltà.
L’impostazione professionistica del club granata e l’allenamento professionale a cui si sottopongono quotidianamente i ragazzi di Mister Raimondi si fa subito notare: 7 a 1 agli amatori dell’Omnic.
Di lì in poi, girovagando tra i campetti di terra battuta del circondario salernitano e sul terreno di gioco di San Cipriano picentino (adottato a campo casalingo per la misteriosa quanto sospetta indisponibilità di tutti i terreni di gioco del comune di Salerno) la Salernitana inanella successi a ripetizione portandola fermamente e irraggiungibilmente in testa alla classifica.
Gli stessi successi però non li ottiene nella partita più importante, quella per far riconoscere le proprie ragioni circa l’esclusione dalla serie B.
Anzi, una nuova tegola si abbatte sulla società agli inizi del 2006: il pm Filippo Spiezia che in quel periodo indagava sulla società granata e sull’Avellino calcio (inchiesta poi conclusasi con un nulla di fatto), chiede inspiegabilmente il fallimento della Salernitana Sport s.p.a.
La società quindi passa nelle mani del liquidatore designato Antonio Opromolla, che per meglio tutelare la Salernitana e poter accedere alla nuova legislazione in materia di concordato fallimentare, chiede ed ottiene la revoca dell’affiliazione alla Figc. Per la Salernitana questo significa anche interruzione dell’attività sportiva e ritiro dal campionato di terza categoria.
Purtroppo nonostante l’ennesimo e sofferto tentativo, la Salernitana Sport s.p.a. in maniera beffarda, viene dichiarata fallita dal tribunale di Salerno il 16 luglio 2006, a pochi giorni dalla possibilità di accedere a quel concordato che l’avrebbe salvata.

Da quel giorno, per quattro lunghi anni, la nostra Salernitana, la Salernitana dei nostri padri e dei nostri nonni, la Salernitana che si misurò sul terreno del Vestuti con il Grande Torino di Valentino Mazzola, la Salernitana che inventò il leggendario “vianema”, la Salernitana che mille volte è caduta sconfitta nella polvere, ma mille volte si è rialzata per continuare a giocare, la Salernitana di Rossilandia che stracciò il campionato di serie B per andare a sfidare i giganti del calcio italiano in serie A, è rimasta seppellita in un fascicolo di tribunale.
Niente più campi di calcio, ma solo aule di tribunale. Niente più calciatori e allenatori, ma solo giudici e avvocati. Niente più risultati, gol e tabellini, ma solo arringhe e sentenze.
Chi l'ha amata con tutto il cuore, però, non l'ha mai dimenticata. E non ha smesso un solo secondo di chiedere che tornasse lì dove merita di essere: in campo.
Perciò, il 15 giugno 2009, soltanto grazie alla pressione di una parte di tifoseria salernitana, la società calcistica che dal 2005 l'aveva sostituita all'Arechi e negli stadi di tutta Italia, ha scelto di rilevarne il marchio, permettendole così di tornare a quell'attività sportiva bruscamente interrotta un freddo febbraio di 3 anni prima, su un polveroso campetto di periferia.
Sua Maestà la Salernitana ritorna nel principe degli stadi, il suo stadio, l'8 agosto 2009 in una gara valevole per la Coppa Italia 2009/2010, salutata e onorata da chi non ha mai smesso di amarla.

2009-10


Edited by Adalgiso Onesti - 8/7/2012, 20:06
 
Top
0 replies since 12/8/2008, 03:20   1239 views
  Share